idrati/clatrati di metano sono dei solidi cristallini
(ghiaccio) in cui molecole di metano sono intrappolate in
gabbie d'acqua (1 molecola di metano e 6 di acqua).
Essi
si formano a temperature anche superiori a 0 °C (fino a
4°C), principalmente in: fondali oceanici, permafrost e
ghiacci polari profondi.
Le maggiori quantità di idrati
di metano si trovano comunque negli oceani.
Sono stati
scoperti agli inizi degli anni '90 nei fondali sottomarini,
in cui si sono formati per intrappolamento del metano
proveniente dalla decomposizione biologica di sostanze
organiche (pesci morti, ...).
La pressione minima a cui si formano è di 20 bar (200 m di profondità), ma in genere si trovano in profondità comprese tra i 300 m e i 4000 m di profondità; per questo sembrano concentrarsi lungo le scarpate continentali che separa la piattaforma continentale dalle piane abissali profonde: qui si concentrano grandi quantità di sedimenti, spesso ricchi di sostanza organica, che scivolano dai continenti verso il mare aperto lungo le scarpate.
A temperatura e pressione dell'ambiente superficiale, essi liberano il metano in forma gassosa che si disperde nell'aria (effetto serra) e alcune volte si incendia. Nei mari difronte alla Siberia, si sono viste fiamme provenienti dal mare lunghe, sulla superficie del mare, anche vari km.
Ogni metro cubo di idrati di metano può contenere da 160 a 180 m3 di metano gassoso. Le stime totali indicano che ci dovrebbero essere 5 M km3 di gas contenuto negli idrati di metano dei fondali (scarpate) oceanici, esso equivale a più del doppio di tutte le risorse di combustibili fossili scoperte.
Le tecnologie attuali non sono ancora in grado di estrarre il metano dagli idrati, senza disperderlo nell'ambiente, anche se le ricerche procedono veloci e si pensa che si possa iniziare a sfruttarli già nei prossimi anni.